Il blog di Ciube

Il mio primo torneo di Monopoly: cronaca di un evento scontato

2009-09-26

Ci sono periodi in cui le giornate passano liete e spensierate, altre volte sono piene di preoccupazioni, altre volte ancora scivolano, via una dopo l’altra, senza un fremito senza emozioni e senza aggiungere nulla alla nostra esistenza. E succede, a volete, che qualcuno o qualcosa facciano mutare questo naturale fluire del tempo e delle cose: le chiamiamo sorprese se ci piacciono, disgrazie, se ci piacciono meno, incidenti, colpi di fortuna, scherzi del destino ed in mille altri modi a seconda degli ambiti e delle connotazioni che vogliamo loro attribuire. In generale: imprevisti.

Alcuni giorni fa, accedendo al portale di un social network, un banner promozionale ha colpito la mia attenzione; era Mr. Monopoly, il paffuto omino con cilindro della Parker Brothers, che mi invitava al primo torneo italiano di Monopoly. Oddio... eccolo, è il Fato che mi si è parato sul cammino e che mi vuole portare verso chissà dove. Il Monopoli: ricordi di pomeriggi d’infanzia passati a lanciare dadi con gli amici, teorie matematiche tanto rigorose quanto inutili, sfida tra le sfide, sublimazione dell’atto di gabbare il prossimo fiero di farlo. Il Monopoli: parte della mia vita. Il tarlo s’insinua nella mia mente; so che è sciocco pensarci, ma è anche sciocco non farlo. Scarico le regole del torneo, scopro le novità, approfondisco, contesto tra me e me, consulto un qualificato legale, tento di convincermi che non s’ha da fare. Poi, umanamente, cedo al pensiero di diventare Mr. Monopoly Italia e di poterne far vanto con gli amici, con tutto quelli che mi hanno sempre deriso (e continuano a farlo). Ci fosse anche una sola possibilità su mille di poter realizzare questo sogno, ci devo tentare. Non mi interessa nulla del titolo in se, del premio, del torneo mondiale, penso solo alla faccia che farebbero quei 2 o 3 che si piegano in due ogni volta che si pronuncia la parola Monopoli in mia presenza.

Fisicamente sono provato, ma la voglia è troppa: dormo 3 ore, mi sveglio 4 volte, sono emozionato come un ragazzino prima di un esame importante. Sudo, sono agitato, dormo male; niente, è l’una e mezza di notte: si va! Preparo in fretta e furia una valigia, un cambio, spazzolino, molti asciugamani e le nuove regole da studiare e ripassare nervosamente in treno. Alle 7:10 sono a Milano, alle 7:45 già sulla porta del Noy, luogo ove avverrà la competizione. Scambio subito due parole con l’organizzatore, molto cordiale e vero professionista. Scherzosamente mi fa notare che sono in anticipo di un’ora. Attendo, chiedo di poter visionare i nuovi tabelloni e cartellini: per fortuna non è cambiato nulla o quasi; i colori dei terreni li hanno mescolati un po’ ma il valore delle proprietà, dei pedaggi e delle case è rimasto quello di 30 anni fa decurtato di due zeri. Mi sento quasi rassicurato. Lentamente affluiscono gli altri concorrenti e prendiamo ordinatamente posizione. Al mio tavolo arriva una ragazza e poco dopo altri due ragazzi. Uno abbastanza giovane ed uno un po’ meno; facciamo le presentazioni e socializziamo. Sono tutti e tre di Milano. La Giusy, che sev’essere di origini sicule, è laureata in matematica ed è piuttosto vivace; uno degli altri due è un po’ strano e non sembra molto addentro alla competizione. Il terzo ha 38 anni e la faccia scaltra. Agli altri tavoli molti ragazzetti; l’età media è sui 25 anni. Ci sono dei tavoli vuoti e dei 128 partecipanti previsti ne sono presenti solo un'ottantina; il primo turno si giocherà comunque con tavoli da 4. Abbiamo un arbitro “personale” che ci illustra le nuove regole e che condivide con noi dubbi e perplessità (alcune rimaste tali anche a fine competizione).

Sono carico, molto carico. Il pensiero di vittoria del torneo è stato un lusso durato un solo istante, la realtà - che conosco benissimo - è assai diversa: nella singola partita tutto può succedere. Ho fatto mio lo spirito del 3° dado: il suo scopo è velocizzare il gioco e far acquistare nel più breve tempo possibile tutte le proprietà. La strategia è una sola: comprare tutto e subito e bloccare gli altri. Costruire prima degli altri e ipotecare tutto il resto per avere contante. E’ una strategia alla “o la va o la spacca” ma non ne vedo altre. O si vince o si muore, niente ripensamenti. Fatti due calcoli, già so che ci saranno problemi di liquidità, e proprio per questo non mi pongo remore al pensiero di ipotecare quanto non strettamente indispensabile. Lanciamo i dadi per stabilire chi parte per primo: faccio 11, bene, sarò io a dare il via alle danze. Forse la Fortuna oggi sarà con me. Lancio: 10 ! Porca pu%@$$^ finisco sul transito; gli altri dopo di me già si beccano i primi terreni. 2° lancio: finisco su un (ex) marrone. Compro! e un terreno rognoso è bloccato. Gli altri acquistano ma non mi preoccupo più di tanto. 3° lancio, imprevisto e GALERA senza passare dal via. Perdo già i miei primi 200$ di mancato transito dal VIA, 50$ per uscire e la possibilità di lanciare il dado speedy. Gli altri intanto girano, comparano ed incassano. Io acquisto un rosso, poi un verde, una stazione, una società e un (ex) arancione ed un (ex) blu. Nel frattempo ho mancato il passaggio dal VIA un altro paio di volte e le mie finanze sono al limite, ma con un ultimo guizzo riesco ad accaparrarmi il secondo rosso. Bene! Sto tenendo il gioco in pugno, nessuno ha nulla di concreto in mano ed i terreni che fruttano li controllo. Visto che mi hanno chiesto di seguire le regole senza contestare, la faccio sporca e cambio alla pari, col tipo “un po’ così”, un (ex) arancione col rosso mancante. E’ fatta! ho la partita in tasca!!! Ipoteco tutto meno che i rossi, ovviamente, e costruisco quanto più posso tenendomi da parte 450$ per un eventuale pagamento. La ragazza, grazie al dado speedy in un sol colpo ha potuto acquistare Vicolo Stretto e Corto e farci direttamente gli alberghi. E questo giusto prima del mio turno. L’edificazione appena avvenuta non mi turba, ma coi soldi sono veramente messo male. Il lancio successivo transito sui terreni edificati di fresco ed i 450$, preventivamente accantonati, passano dalle mie tasche a quelle di Giusy. Ora sono proprio pulito. Finisco in galera, Ottimo! Sono come un ragno che ha tessuto la sua tela ed attende che vi caschino le prede. Non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di uscire di prigione e già pregusto la crescita delle mie unità immobiliari. Quello “un po’ così” proprio non sa giocare, e nonostante la cospicua liquidità ha costruito una sola casa sugli (ex) arancioni. Gli avversari schivano ripetutamente i miei terreni. Primo lancio in carcere e ... doppio 2!! dentro di me impreco, mi tocca uscire di prigione e pagare su terreno edificato. Finisco il giro, senza aver incassato nulla e, causa dado speedy con un unico lancio debbo pagare su tutti e due i terreni (ex) fucsia con alberghi. E’ passata poco meno di un’ora e per me è l’inizio della fine. Giusy gioca bene ma non ha nulla se non 2 terreni edificati poveri ed un paio di stazioni (le blocco ogni alta possibilità di costruzione). Ha però una gran fortuna ai dadi. Il 38 enne ha fatto uno scambio buono (ora ha i 3 gialli) ma a soldi è messo peggio di me. L’altro è pieno di denaro ma non ha idea di cosa farne. Devo scucire 650$ in un sol colpo con già tutto ipotecato. Vendo le case, già sapendo...., ipoteco l’indispensabile, confidando in un doppio passaggio per il VIA per racimolare contante. Niente, ora tutti passano sui rossi ma io non ho più case, e un giro dopo ricasco in Vicolo Corto. Dichiaro bancarotta! Sono il primo. Sono il primo bancarottiere italiano della storia del Monopoly. Sfumano i sogni di gloria, i fantasticati sberleffi ai miei detrattori. Ma chi se ne importa! Devo girare la questione a mio favore; mi alzo, vado dall’organizzatore, mi proclamo fallito. La cosa pare piacere, chiamano il fotografo ufficiale, e parte il servizio completo. 20 minuti dopo si conclude il primo turno. Anche il 38 enne fallisce poco dopo di me. Assisto ai conteggi ed ovviamente spero che abbia vinto Giusy; sarebbe veramente una beffa in caso contrario. Vince lei al tavolo 16, il mio, ma di poco, e questo la dice lunga... Pausa di 15 minuto ed inizia il 2° turno che mi vede solo come spettatore. Ai tavoli stanno giocando con regole diverse, manca un’interpretazione univoca sull’uso del dado speedy in certe situazioni. Ad un tavolo, dove hanno dato una errata lettura del regolamento, vince un concorrente con le sole stazione e le 2 società. Inaudito! Una delle organizzatrici mi propone di rilasciare delle dichiarazione ad un giornalista; accetto di buon grado. Racconto in breve la mia passione per il gioco, quali sono le cose belle dei giochi da tavolo e del Monopoly in particolare. Chiacchieriamo a ruota libera e mi fa la fatidica domanda: “Qual è la strategia vincente?” In un istante mi balenano in testa cento pensieri, e non posso che rispondere. “se lo sapessi non sarei il primo bancarottiere del torneo!” Ci rido su, ma mentre faccio la dichiarazione penso tra me e me che ho giocato in maniera impeccabile, non ho sbagliato veramente nulla, ho avuto anche una certa fortuna nell’accaparrami certi terreni eppure sono fallito. Com’è strana la vita. Espongo poi le mie certezze matematiche sul gioco prima dell’introduzione del nuovo regolamento e del dado speedy. Ora il gioco è più veloce, dinamico ma meno prevedibile e gestibile; è - in definitiva - basato ancor più sul caso. La butto quindi sul filosofico e cito il moto stampato sull’asso di denari delle carte da briscola: "Non val saper chi ha fortuna contra". Ed è così. Quanta vanità nelle azioni umane, quante energie sprecate per comprendere le cose, quante per modificare l’ambiente che ci circonda, e poi? poi è il caso che fa uscire un 3 oppure un 12 ai dadi e la nostra vita cambia senza che noi se ne sappia il perchè o possiamo fare alcunchè.

Abbandono la manifestazione e chiedo di avere in dono una copia del novo Monopoly, sono l’unico a farlo. E’ segno che continuerò ad amare questo gioco indipendentemente dall’esito del torneo e del regolamento. E’ stata una bella esperienza, conclusasi come ci si poteva immaginare. Ho giocato, ho giocato bene e sono uscito dal torneo, a mio parere, a testa alta. Mi dispiace per Giusy, che in giornata di grazia coi dadi, non è riuscita a passare il 2° turno. Domenica il quotidiano “La Stampa” ha dedicato una pagina alla manifestazione; è stato citato il mio “caso” più per la distanza da cui provenivo che per altro (sigh) e mi sono state attribuite anche affermazioni mai dette, ma non voglio polemizzare anche questa volta. So che ho fatto felice qualcuno e tanto mi basta.

Saluti, Ciube.























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